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Traumatologia

La psicotraumatologia è una branca della psicologia dell’emergenza che indaga le situazioni traumatiche e le reazioni delle persone ad esse e si realizza a livello operativo nel trattamento del trauma psicologico e nella sua prevenzione.

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La traumatologia si concentra sullo studio del trauma psicologico, cioè sulle situazioni in cui le reazioni ad un evento acuto e potenzialmente traumatico si cristallizzino e strutturano in sintomi psicologici clinicamente significativi identificabili come un Disturbo correlato a trauma e stress (DSM 5). La psicotraumatologia quindi indaga le situazioni traumatiche e le reazioni delle persone ad esse e si realizza a livello operativo nel trattamento del trauma psicologico e nella sua prevenzione. È importante sottolineare che la maggior parte delle persone, anche se esposta a eventi potenzialmente traumatici, ha reazioni emotive transitorie che solo raramente si trasformano in un vero e proprio disturbo strutturato.

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Il trauma psichico può essere sinteticamente definito come una lacerazione improvvisa, violenta ed imprevedibile dell’integrità psichica, capace di provocare un’alterazione permanente delle capacità di adattamento del soggetto.

La ricerca ha dimostrato che a seguito di un evento stressante in alcune persone c’è un’interruzione del normale modo di processare l’informazione da parte del cervello. Questo avviene perché l’impatto stressante dell’evento è soverchiante rispetto alle possibilità che ha l’individuo in quel momento di elaborarlo ed integrare l’esperienza in un sistema di significato coerente. Emozioni di intensità estrema, perdita di controllo, impotenza, infatti, sono importanti aspetti della definizione di trauma psicologico.

 

Le risposte che gli individui danno durante l’evento stressante, come la dissociazione peritraumatica, hanno un beneficio immediato perché permettono di sopportare o evitare il carico cognitivo o emotivo della situazione, tuttavia nel momento in cui questi comportamenti dissociativi o di evitamento permangono diventano disfunzionali.

La sintomatologia del PTSD, infatti, può essere collegata a quella prima risposta, che viene poi reiterata in modo da evitare di ricordare o rivivere il trauma, attivando una serie di meccanismi di mantenimento del disturbo che non permettono di elaborare quel dolore che mai è stato elaborato e integrato nell’esperienza dell’individuo.

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L’interruzione del normale modo di processare l’informazione da parte del cervello determina quindi il fallimento nel creare una memoria coerente dell’esperienza, in quanto tutti gli aspetti di memoria, pensiero, sensazioni fisiche ed emotive sperimentate durante l’evento traumatico non riescono ad essere integrati con altre esperienze. La patologia in questi casi emerge a causa dell’immagazzinamento disfunzionale delle informazioni correlate all’evento traumatico, con il conseguente disturbo dell’equilibrio eccitatorio/inibitorio necessario per l’elaborazione dell’informazione. Questo provoca il ‘congelamento’ dell’informazione nella sua forma ansiogena originale, cioè nello stesso modo in cui è stato vissuto l’evento; l’informazione congelata e racchiusa nelle reti neurali non può essere elaborata e quindi continua a provocare patologie come il disturbo da stress post-traumatico e altri disturbi psicologici. Infatti le informazioni che non sono state integrate correttamente persistono in una rete separata, e in ogni momento possono venire impropriamente attivate da elementi dell’ambiente esterno o interno all’individuo provocando reazioni ed emozioni di intensità sproporzionata rispetto alla natura dell’evento attuale.

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