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Prevenire lo stress del “tutto riparte”: pratiche di autoregolazione

  • Immagine del redattore: Carlo Trionfi
    Carlo Trionfi
  • 23 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Il peso psicologico della ripartenza

Settembre, con la fine delle vacanze e la ripresa delle attività scolastiche, lavorative e familiari, segna un momento critico sul piano psicologico. L’effetto cumulativo di scadenze, decisioni da prendere, nuovi inizi e agende da riempire può generare una sensazione di sovraccarico emotivo. Questo stato, spesso vissuto come “stress da rientro” o “effetto boomerang”, non è solo una reazione passeggera, ma può influire concretamente sul benessere mentale e sulla qualità della vita.


Lo stress da ripartenza si manifesta in molti modi: irritabilità, difficoltà di concentrazione, sonno disturbato, senso di stanchezza anticipata e, nei casi più intensi, calo dell’umore o sintomi ansiosi. In questo contesto, diventano centrali le pratiche di autoregolazione emotiva, ossia la capacità di gestire in modo attivo e consapevole le proprie risposte interne agli stimoli esterni.

 

Cosa intendiamo per autoregolazione

L’autoregolazione è la capacità di monitorare, modulare e dirigere le proprie emozioni, pensieri e comportamenti per adattarsi agli obiettivi personali e al contesto. In psicologia, è considerata una funzione chiave per il benessere e l’efficacia personale. Non si tratta di reprimere o ignorare le emozioni spiacevoli, ma di accoglierle con consapevolezza e scegliere come rispondere ad esse in modo funzionale.

Le persone con buone capacità di autoregolazione tendono a percepire maggiore controllo, a tollerare meglio l’incertezza e a recuperare più facilmente dagli stati di stress. Per questo motivo, allenare queste competenze è particolarmente utile nei periodi di transizione, come la ripresa successiva all’estate.

 

Pratiche utili per prevenire lo stress da ripartenza

Ecco alcune strategie pratiche, basate su evidenze psicologiche, che possono favorire l’autoregolazione e prevenire lo stress da sovraccarico:

  • Dare un ordine gentile alla ripresa: evitare di concentrare tutto nei primi giorni. Distribuire gli impegni e concedersi “zone neutre” di decompressione.

  • Ritornare gradualmente alle routine: ristabilire orari di sonno, alimentazione e attività fisica aiuta a regolare il ritmo circadiano e a stabilizzare l’umore.

  • Praticare la mindfulness: anche pochi minuti al giorno di presenza consapevole riducono l’attivazione fisiologica e migliorano la capacità di risposta.

  • Scrivere ciò che si prova: la scrittura espressiva aiuta a dare un nome alle emozioni, rielaborare i vissuti e ridurre la ruminazione mentale.

  • Focalizzarsi su ciò che si può controllare: separare i compiti reali dalle aspettative irrealistiche riduce la sensazione di impotenza e frustrazione.

  • Coltivare micro-piaceri quotidiani: inserire momenti brevi ma rigeneranti nella giornata protegge dal rischio di burnout e promuove la motivazione.

 

Conclusione: scegliere il ritmo, non subirlo

Ripartire non significa per forza correre. Anzi, nei periodi di ripresa è essenziale modulare il ritmo, ascoltare i propri segnali interni e costruire un equilibrio sostenibile tra doveri e cura di sé. Le pratiche di autoregolazione non eliminano lo stress, ma ci offrono strumenti per navigarlo in modo più consapevole e flessibile.

In un’epoca che ci chiede di essere sempre performanti e “attivi”, prendersi il tempo per regolare i propri stati interni è un atto di consapevolezza e prevenzione. Perché prevenire il sovraccarico oggi significa proteggere la salute mentale di domani.

 

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