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Imparare sempre: l’importanza della formazione continua per i professionisti della relazione d’aiuto

  • Immagine del redattore: Carlo Trionfi
    Carlo Trionfi
  • 1 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

Un impegno etico e professionale


Viviamo in una società in costante trasformazione, segnata da profondi cambiamenti culturali, tecnologici e normativi. In questo contesto, il sapere non è mai definitivo. Per chi lavora nella relazione d’aiuto — psicologi, educatori, avvocati, assistenti sociali — restare aggiornati non è solo una scelta di crescita, ma un vero e proprio dovere etico e professionale.

Non investire nella formazione significa rischiare di non rispondere adeguatamente ai bisogni complessi delle persone e della società.


Formazione continua ed ECM: strumenti per garantire qualità


Per molte professioni, come quella dello psicologo iscritto all’Albo, l’aggiornamento non è facoltativo. I crediti ECM (Educazione Continua in Medicina) rappresentano un sistema regolato dal Ministero della Salute, pensato per garantire che i professionisti mantengano competenze aggiornate, basate su evidenze scientifiche.

Partecipare a corsi, seminari e attività formative accreditate consente non solo di approfondire temi clinici, etici e relazionali, ma anche di confrontarsi con colleghi, scambiare pratiche e restare al passo con le evoluzioni scientifiche e normative.

Nel campo della salute mentale, dove le linee guida cambiano rapidamente, questa dimensione è essenziale per operare in modo consapevole e responsabile.


Il valore deontologico dell’aggiornamento


Per gli psicologi, l’aggiornamento è sancito anche dal Codice Deontologico. L’articolo 5 afferma infatti che “lo psicologo ha l’obbligo di mantenere un adeguato livello di preparazione professionale, aggiornandosi secondo gli sviluppi della conoscenza nel proprio ambito di attività”.

Formarsi non è dunque solo un requisito normativo, ma un pilastro dell’identità professionale. Trascurarlo può avere ripercussioni etiche e disciplinari, oltre a impoverire la qualità del proprio intervento.


Un’esigenza trasversale: educatori, avvocati, assistenti sociali


L’obbligo formativo può variare da professione a professione, ma la necessità di aggiornarsi riguarda tutti coloro che operano nella relazione d’aiuto.

Nel lavoro educativo, la formazione consente di adattarsi ai nuovi modelli pedagogici, alle dinamiche interculturali, alle normative su minori e inclusione scolastica.

Per gli avvocati, è essenziale restare aggiornati in ambiti come il diritto di famiglia, la mediazione, la tutela dei minori o la violenza di genere: settori dove il diritto incontra la dimensione relazionale ed emotiva.


I benefici concreti della formazione continua


Aggiornarsi in modo costante produce vantaggi tangibili:


● Migliora la qualità dell’intervento e riduce il rischio di errore o burnout

● Favorisce l’acquisizione di tecniche e pratiche basate su evidenze

● Rafforza l’autoefficacia e la fiducia nel proprio ruolo

● Stimola la collaborazione con altri professionisti

● Mantiene viva la motivazione e l’interesse per il proprio lavoro

● Consente di rispondere ai bisogni emergenti della società

● Offre accesso a nuove opportunità (promozioni, incarichi, convenzioni assicurative)


Come aggiornarsi: strumenti e modalità


Oggi esistono molteplici modalità per formarsi in modo flessibile, accessibile ed efficace:


● FAD (Formazione a Distanza): comoda, modulabile, spesso più economica

● Master e corsi specialistici: per approfondimenti verticali

● Seminari, workshop, congressi: spazi di confronto e networking

● Autoformazione: lettura di articoli, libri, studi clinici

● Formazione specifica per ambiti: come mediazione familiare o diritto minorile


Conclusione


La formazione continua non è un obbligo burocratico né un accumulo sterile di crediti. È un atto di responsabilità verso se stessi, la professione e le persone con cui si lavora.

Restare aggiornati significa proteggere la qualità della relazione d’aiuto, esercitare in modo etico e consapevole, e rispondere con competenza alle trasformazioni della realtà.

Che si tratti di ECM o altri percorsi formativi, imparare sempre è la base per offrire un servizio serio, credibile e all’altezza della fiducia ricevuta.

Formarsi, in fondo, è prendersi cura — prima di tutto — del proprio ruolo e della propria umanità professionale.


Ricordiamo che il 2025 segna la conclusione del triennio formativo ECM (2023-2025), entro il quale gli psicologi iscritti all'Albo devono completare il monte ore obbligatorio previsto: un'occasione importante per fare il punto sul proprio percorso formativo e mettersi in regola con gli obblighi normativi.




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