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Strumenti pratici per il parent coach: riconoscere e valorizzare gli stili genitoriali

Immagine del redattore: Carlo TrionfiCarlo Trionfi

Il funzionamento familiare è rappresentato dall’insieme delle dinamiche emotive, psicologiche e relazionali che si instaurano tra i diversi membri. 

Particolare attenzione va data, in questi termini, al rapporto tra genitori e figli, soprattutto al modo in cui il genitore instaura un legame di cura e di supporto nei confronti del bambino. Quando indaghiamo questi aspetti, facciamo riferimento alle competenze di parenting.

Nello specifico, il termine indica l’insieme dei processi psicologici, sociali e culturali che influenzano e co-determinano la relazione tra genitore e bambino, tenendo in considerazione anche quelle che sono le disposizioni temperamentali innate del bambino. 

Inoltre, quando parliamo di stili genitoriali facciamo riferimento a stili educativi, che rappresentano gli atteggiamenti dei genitori verso i figli e che contribuiscono a creare il clima emotivo familiare in cui si manifestano i comportamenti genitoriali volti a raggiungere determinati obiettivi educativi. Allo stesso tempo, tali stili includono le richieste dei genitori ai figli per integrarli nella famiglia e nella società. 

Complessivamente, quindi, gli stili educativi permettono di favorire l'individualità, l'autoregolazione e l'affermazione di sé, attraverso dimostrazioni di sostegno, calore e vicinanza emotiva, oltre alla disponibilità a soddisfare i bisogni e le richieste dei figli.

Il contributo di Diana Baumrind, psicologa clinica e dello sviluppo, è stato cruciale nel riconoscere che il comportamento, l’emotività e il funzionamento personale e sociale dei bambini sono influenzati dal modello educativo ricevuto in famiglia. 

La Baumrind ha identificato negli anni’60 due variabili chiave nel comportamento genitoriale che influenzano il benessere dei figli: il supporto nei confronti dei loro bisogni e il controllo sul loro comportamento.

Il supporto è stato definito come quel comportamento che induce nel bambino la sensazione di sentirsi a proprio agio nell'interazione con i genitori e che promuove la rappresentazione interna di accettazione. Il controllo, invece, è quella dimensione definita come "il comportamento mosso dall'intenzione di dirigere il comportamento del bambino in una direzione desiderabile per il genitore" (Rollins e Thomas 1979). Esso include le istanze finalizzate all'integrazione del bambino nella famiglia, esplicitate attraverso richieste conformi alla maturità del bambino, supervisione e condotte improntate ad un certo grado di disciplina e di buona volontà nelle circostanze in cui il bambino disobbedisce.

Le differenti combinazioni delle dimensioni di supporto e controllo hanno dato origine ai tre principali stili genitoriali identificati da Baumrind: lo stile autoritario, lo stile permissivo e lo stile autorevole.

  1. STILE AUTORITARIO: caratterizzato dalla presenza di alto controllo e basso supporto. Si tratta, nello specifico, di genitori che danno molta Importanza all’ ubbidienza e al rispetto delle regole, seppure quest’ultime non vengano spiegate, e appaiano come rigide e immodificabili. Allo stesso tempo, quindi, non sono possibili né compromessi né confronti aperti; il dialogo e la comunicazione non sono contemplati. Il genitore autoritario infatti pretende obbedienza, utilizzando anche intimidazioni e punizioni severe. Manifesta un atteggiamento distaccato e raramente esprime apprezzamento, affetto o gratitudine nei confronti del figlio, che cerca di modellare secondo un ideale prestabilito. 

  2. STILE PERMISSIVO: caratterizzato da alti livelli di supporto ma di basso controllo. Il genitore permissivo mostra scarse pretese di responsabilità, di controllo o autorità; spesso manifesta poche regole, incoerenti fra loro che non consentono uno sviluppo di disciplina. E’ poco severo e non impone alcun tipo di aspettativa ai figli. Non applica punizioni e non si considera responsabile di correggere il comportamento del figlio. Così facendo non fornisce una guida nelle scelte e spesso affida il compito del prendere una decisione al figlio. D’altro canto, Manifesta un atteggiamento molto affettuoso, accettante e comprensivo. E’ centrato sul figlio e sui suoi bisogni, cercando di soddisfarli tutti, fino a divenire eccessivamente indulgente.  

  3. STILE AUTOREVOLE: caratterizzato da alto controllo e alto supporto. Il genitore autorevole ha chiara consapevolezza della disciplina e delle regole da impartire, che sono chiare, coerenti e adeguate al livello di sviluppo dei figli. Inoltre, queste regole sono spiegate e diventano negoziabili con i figli. Le punizioni esistono, con la possibilità di esprimere però la propria opinione. Pone delle aspettative realistiche al figlio e richiede risultati, conoscendo tuttavia le sue potenzialità e mantenendo il rispetto per i suoi desideri, per la sua indipendenza e la sua autonomia. Accetta il figlio incondizionatamente, pur non sempre approvando i suoi comportamenti. Sa essere assertivo e fornisce spiegazioni per le decisioni prese. Si relaziona in modo adeguato e rispettoso, mantenendo una relazione asimmetrica. Dimostra calore, sollecitando le opinioni e i sentimenti del figlio, e mostra i suoi sentimenti in modo autentico. Riflette sui messaggi veicolati da alcuni comportamenti e ascolta il figlio con empatia, valorizzandone le parole, i sentimenti e le esperienze senza sostituirsi ad esso. Manifesta stima e fiducia sia verso sé stesso (self-efficacy) che verso il figli 

Come abbiamo visto, ogni stile genitoriale è caratterizzato da una combinazione diversa di controllo e supporto offerto.

È importante prestare attenzione ai diversi stili posseduti dai due genitori, che spesso possono essere in contrasto fra loro, e tali differenze possono creare problematiche non solo nel processo educativo con i figli, ma anche nell’ambito della relazione di coppia. 




 

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