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Immagine del redattoreCarlo Trionfi

Sindrome da alienazione parentale: come tutelare i minori con la coordinazione genitoriale

La sindrome da alienazione parentale o “PAS” (Parental Alienation Syndrome), è descritta come una dinamica psicologica disfunzionale che si attiva nei figli minori coinvolti nelle separazioni conflittuali dei genitori. La separazione genitoriale, soprattutto quando è conflittuale e vede il coinvolgimento attivo dei minori nei contrasti, può predisporli allo sviluppo di problematiche evolutive come scarsa autostima, disturbo d’ansia da separazione, disorientamento affettivo-emotivo, il disturbo da attaccamento, fobie o paranoie; in età adulta, può condurre a disturbi psicopatologici di varia natura come, ad esempio, forti stati depressivi o patologie narcisistiche, abuso di droga o alcol.

Il primo studioso che ha analizzato la sindrome da alienazione parentale è Richard Gardner, che l’ha definita “una forma di abuso emotivo, che si pone all’inizio di una cascata di eventi psichici, che ha solo l’origine nel trauma dell’esposizione continuata dei figli al genitore indottrinante, il quale gli trasmette un vissuto di minaccia incombente per l’avvicinarsi dell’altro genitore, nonché il suo odio patologico” (Gardner, 1998).

Gardner individua otto elementi che manifestano la presenza dell’alienazione parentale. Prima tra tutte è la campagna di denigrazione, ossia la mancanza di rispetto da parte del bambino verso il genitore alienato, comportamento spesso favorito dall’altro genitore, ossia quello alienante. In secondo luogo, è comune che il bambino utilizzi giustificazioni deboli per motivare il rifiuto a frequentare il genitore alienato. Il terzo criterio è la mancanza di ambivalenza, il minore idealizza completamente un genitore e svaluta interamente l’altro; inoltre, il bambino userà un vocabolario non corrispondente al suo sviluppo cognitivo.

Vi è poi il fenomeno del “pensatore indipendente”, situazione in cui il bambino dichiara che le sue affermazioni sono il frutto del suo pensiero personale, non riferisce in alcun modo quello che ascolta dal genitore alienante. Si possono presentare anche momenti in cui il minore appoggia incondizionatamente le azioni e i pensieri del genitore alienante.Un altro elemento fondamentale è l’assenza di senso di colpa per la crudeltà e l’insensibilità verso il genitore alienato, il figlio risulta freddo e non prova dispiacere.

Infine, vi è l’estensione dell’ostilità alla famiglia allargata e agli amici del genitore alienato in altre parole il minore inizierà a dimostrare ostilità e rifiuto anche con i familiari e gli amici del genitore alienato.

In questo difficile contesto la coordinazione genitoriale rappresenta uno strumento prezioso per affrontare la PAS, in quanto il coordinatore genitoriale, figura neutrale e imparziale, è in grado di valutare la situazione in modo oggettivo, individuando le dinamiche disfunzionali e proponendo soluzioni adeguate. Il focus è sul benessere del bambino promuovendo una relazione sana edequilibrata con entrambi i genitori facilitando la comunicazione tra i genitori, aiutandoli a trovare un terreno comune e a superare le divergenze.

Un piano genitoriale ben strutturato, elaborato con il coinvolgimento di entrambi i genitori, fornisce una struttura chiara e prevedibile per le relazioni genitore-figlio, riducendo le tensioni e le ambiguità.

Inoltre, il coordinatore monitora costantemente l'attuazione del piano genitoriale e interviene in caso di necessità, assicurandosi che il benessere del bambino sia sempre al centro dell'attenzione.

La coordinazione genitoriale può agire anche in forma preventiva andando a identificare e contrastare tempestivamente i comportamenti manipolatori di uno dei genitori, proteggendo il bambino da influenze negative.

In più il coordinatore può aiutare il bambino a smontare le false credenze instillate dal genitore alienante, promuovendo una visione più equilibrata e oggettiva della situazione; attraverso incontri protetti e graduali, il coordinatore può favorire il ripristino del legame tra il bambino e il genitore alienato, creando un ambiente sicuro e accogliente.

Infine, il coordinatore può indirizzare il bambino e i genitori verso percorsi di sostegno psicologico, se necessario.

In conclusione, è sostanziale affermare il diritto di ogni bambino alla “bi-genitorialità” e ad una crescita equilibrata e serena. La volontà di due adulti di separarsi non deve avere alcuna ripercussione negativa sui bambini nati dalla loro unione e a tale scopo può essere utile rivolgersi a dei professionisti del campo.




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