top of page
Immagine del redattoreCarlo Trionfi

Rompere il silenzio dietro la violenza: un dovere di tutti

La domanda "in una foresta preferiresti essere solo con un uomo o con un orso?" è diventata virale sui social media, in particolare su TikTok, e ha suscitato un dibattito molto acceso, proprio per il modo in cui le donne, in maniera diversa dagli uomini, hanno risposto al quesito.  La maggior parte di loro ha infatti espresso una preferenza per l’animale selvatico, la cui pericolosità è più prevedibile e conosciuta rispetto a quella di un uomo.

Purtroppo, è così; molte donne si sentono più al sicuro in presenza di un animale selvatico come un orso piuttosto che di un uomo sconosciuto. Questa percezione è il risultato di esperienze personali, notizie di cronaca e una più ampia consapevolezza della violenza di genere.

La domanda mette così in luce un problema sociale molto serio: la paura che molte donne provano nei confronti degli uomini. 

Sappiamo ormai che esistono diversi tipi di violenza, non solo quella fisica e psicologica. Molte donne subiscono infatti non solo percosse fisiche, aggressioni, violenze sessuali, continue umiliazioni e vessazioni, ma anche limitazioni in ambito economico e professionale, stalking, per non parlare poi dei meccanismi di manipolazione, di controllo emotivo e di oggettificazione e sessualizzazione. Ma cosa ci dicono i dati in merito?

I dati Istat e del Ministero dell'Interno ci presentano uno scenario allarmante: la maggior parte della violenza sulle donne, l'82%, si consuma all'interno delle mura domestiche. Questo significa che il luogo in cui si dovrebbe sentire più al sicuro, la casa, diventa spesso un teatro di violenze fisiche, psicologiche e sessuali. In quasi la metà dei casi, l'aggressore è il partner o l'ex, mentre in oltre un terzo è un altro familiare. Dietro questi numeri si nascondono storie di donne che subiscono maltrattamenti, umiliazioni, controlli, minacce, spesso per anni.

Le cause della violenza sulle donne sono molteplici e complesse, e affondano le loro radici in disuguaglianze di genere radicate nella nostra società, in modelli culturali patriarcali che legittimano la violenza sugli altri, e in dinamiche di potere che vedono gli uomini dominare sulle donne.

Nello specifico, la violenza nelle relazioni intime segue spesso un modello ciclico, descritto da Lenore Walker. Questo ciclo, caratterizzato da tensioni crescenti, esplosioni violente e fasi di riconciliazione apparente, crea un clima di costante instabilità e paura per la vittima. La fase iniziale è caratterizzata da un aumento graduale della tensione, con l'aggressore che diventa sempre più irritabile e controllante. Segue poi un'esplosione di violenza che terrorizza la vittima. Infine, si verifica una fase di riconciliazione, spesso accompagnata da promesse di cambiamento, che però si rivela solo temporanea. Questo ciclo si ripete in modo sempre più frequente e intenso, lasciando la vittima intrappolata in una relazione tossica e dipendente.  Ricordiamo inoltre che chi è cresciuto in un ambiente violento ha una maggiore probabilità di diventare vittima o perpetratore di violenza in età adulta; si parla di ciclo intergenerazionale della violenza, come fenomeno complesso in cui la violenza, in particolare quella domestica, possa perpetuarsi da una generazione all'altra.

Cosa fare quindi per interrompere questo ciclo e intervenire sul fenomeno della violenza sulle donne?

La prevenzione è un aspetto di fondamentale importanza.  In primis sarebbe fondamentale promuovere programmi educativi nelle scuole e nelle comunità per insegnare il rispetto, l'uguaglianza di genere e la gestione non violenta dei conflitti. Centrale è quindi la sensibilizzazione sul problema, per aumentare la consapevolezza sulla violenza di genere e sui suoi effetti, sia negli uomini che nelle donne. Ciò consentirebbe anche di sviluppare strumenti per identificare precocemente le situazioni a rischio e intervenire tempestivamente.

Inoltre offrire alle vittime di violenza un sistema di supporto completo, che includa rifugi, assistenza legale, consulenza psicologica e sostegno economico, e sviluppare servizi di sostegno alle famiglie a rischio, costituiscono concreti strumenti da applicare per contrastare le gravi conseguenze di questa piaga sociale.

E per gli aggressori? 

C’è la possibilità di cambiare, e chiunque può mettersi in discussione, con un giusto supporto e aiuto professionale. È fondamentale coinvolgere gli uomini attivamente nella lotta contro la violenza di genere e nella promozione della parità di genere. Gli uomini hanno infatti un ruolo chiave nello sfidare le proprie mascolinità tossiche e nel diventare alleati delle donne.

Il cambiamento sociale inoltre passa per la promozione di leggi più severe e attente contro la violenza: sfatare gli stereotipi di genere e promuovere una cultura del rispetto e dell'uguaglianza richiede che la società nel suo complesso si impegni a contrastare questo fenomeno.



75 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page