Rabbia e impulsività: ecco come gestirle con la mindfulness
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RABBIA E IMPULSIVITA': COME GESTIRLE CON LA MINDFULNESS

Aggiornamento: 30 nov 2022

Tra i diversi benefici che la pratica della Mindfulness ha nel mantenimento del benessere psicofisico, la letteratura riporta anche un’efficacia nell’incrementare le funzioni attentive per controllare l’aggressività.


(Leggi l'articolo per approfondire che cos'è la Mindfulness e quali sono i pilastri teorici).


La rabbia è un’emozione che scaturisce da una sensazione di impotenza che si può sperimentare in diversi contesti: un torto subito, una difficoltà che non si riesce a superare, una situazione che si è sviluppata in modo diverso da come ci si aspettava. Può capitare di sentirsi come se non si avesse potere sugli eventi e si fosse in balia di questi.


È normale sperimentare questo sentimento, ma è altrettanto importante imparare a contenerlo, senza che sfoci in azioni impulsive o in uno stato di malessere protratto nel tempo.


L’aggressività può esprimersi anche a livello interpersonale, ad esempio quando si entra in conflitto con qualcuno. Il conflitto non è sempre un elemento negativo, può essere utile quando generativo della possibilità di stabilire un nuovo equilibrio dopo una situazione di crisi. Tuttavia, il conflitto può degenerare in violenza, la quale appartiene ad una dimensione differente: quella “delladistruzione e dell’eliminazione relazionale” (Novara, 2013).


La violenza, a differenza del conflitto, è caratterizzata da tre concetti:

  • il concetto di danno irreversibile;

  • il concetto di identificazione del problema con la persona;

  • il concetto di eliminazione del problema con la persona.


La violenza è l’incapacità di stare nel conflitto e di identificarlo come un contrasto o una divergenza, esso viene concepito come un danno irreparabile, la cui unica soluzione è l’eliminazione dell’altro. Nel conflitto, al contrario, “l’altro mi obbliga a considerarlo, mi invita a vedere un altro punto di vista che non sia il mio, amplia il mio campo di comprensione del mondo”, come sostiene la psicologa francese Isabelle Filliozat. Si può affermare che il conflitto, inteso in questo senso, sia un elemento imprescindibile all’interno di una relazione, senza il quale i rapporti interpersonali sarebbero privi di vitalità.


Con la premessa che rabbia e aggressività abbiano una funzione importante nella nostra vita e che il conflitto non sia sempre qualcosa da evitare, ma che al contrario, talvolta sia indispensabile per l’evoluzione dei rapporti, ciò che è invece da contenere e contrastare sono violenza e impulsività.


Perché la mindfulness, che sappiamo essere una pratica che permette di prestare attenzione consapevole al momento presente, può aiutarci?

Innanzitutto, la pratica permette di fermarsi e di concentrarsi su di sé. Grazie a questo è possibile che emergano sensazioni fisiche o sentimenti normalmente ignorati. Il vantaggio di questo è che diventa possibile rendersi consapevoli di ciò che si prova, senza reagire in modo impulsivo e meccanico. La meditazione apre uno spazio di riflessione sulla propria emotività, conducendo chi la pratica a domandarsi quali tipi di situazioni generano rabbia, con quali persone la si sperimenta più spesso e ciò permette di creare una distanza temporale tra il momento in cui si prova l’emozione e il momento in cui si agisce.


Diversi studi dimostrano che la Mindfulness migliora le funzioni integrative della corteccia prefrontale (Siegel, 2007; Lazar et al., 2005), incrementando le funzioni attentive, l’equilibrio emotivo, la capacità di sintonizzazione con gli altri e l’empatia. Secondo Siegel, esiste un territorio neurale comune ai processi di sintonizzazione con sé e con l’altro e questi due processi si influenzano vicendevolmente.

Il benessere psicologico è determinato in gran parte dalla qualità dei rapporti interpersonali: la mente umana è intrinsecamente relazionale. Coloro che hanno sperimentato un contesto relazionale rassicurante sin dall’infanzia saranno con molta probabilità soggetti in grado di sintonizzarsi con gli altri e con se stessi, interpretando in modo corretto i messaggi provenienti dall’esterno, ma anche quelli che emergono dal proprio mondo interno. La capacità di ascoltare e non fraintendere se stessi e gli altri permette di ponderare le proprie decisioni, evitando di agire la rabbia e adottare condotte impulsive. La mindfulness permette di comprendere a fondo il proprio funzionamento, soprattutto nelle situazioni stressanti e di sostituire il puro reagire con la capacità di analizzare ciò che sta accadendo fuori e dentro di sé, trovando strategie efficaci per gestire lo stress.



Chiara Carturan

Centro Studi Famiglia


Fonti:

Novara, D., (2013) Distinguiamo tra conflitto e violenza.

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