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Elisa Di Gregorio, Cristina Costanzi

PORSI DEI BUONI PROPOSITI E SAPERLI PERSEGUIRE

Aggiornamento: 27 nov 2022

Per molti di noi settembre, ancora più di gennaio, rappresenta un nuovo inizio e, quindi, il momento ideale in cui fermarsi e riflettere sugli obiettivi che si vogliono raggiungere. La pausa estiva, se siamo riusciti davvero a riposarci e ad allontanarci dalle nostre routine, obblighi e impegni quotidiani, ci ha permesso di arrivare a settembre con una rinnovata energia. Per cui sentiamo che è un buon momento per essere propositivi e creare liste di buoni propositi ambiziosi per i mesi successivi.

Gli obiettivi personali vengono definiti “rappresentazioni cognitive di risultati futuri desiderati, che implicano uno sforzo per raggiungere un esito positivo” (Austin & Vancouver, 1996). Dalla definizione si comprende che porsi degli obiettivi è importante perché questi rappresentano una guida e possono aiutarci a direzionare i nostri comportamenti verso una condizione di maggiore benessere.


Quando si cerca di perseguire un buon proposito è opportuno fermarsi a riflettere innanzitutto sull’idea che abbiamo di noi stessi. Questa, infatti, è in grado di influenzare fortemente il raggiungimento o meno dell’obiettivo. Il rischio, da un lato, è di ambire ad un sé ideale che si discosta parecchio dal sé reale, rendendo scarsamente attuabile una modifica del comportamento. Al contrario, a volte cerchiamo di cambiare un comportamento restando ancorati ad un’idea di noi che ci pare immutabile e tutti i nostri sforzi risultano vani. Un buon compromesso potrebbe essere quello di tenere a mente un ideale da voler raggiungere, ma allo stesso tempo fare i conti con chi siamo in questo momento e quale percorso sia sostenibile e concretizzabile per raggiungere il risultato desiderato.


Tuttavia, anche quando gli obiettivi sono positivi e ben chiari nella nostra mente, non sempre riusciamo a raggiungerli e a modificare i nostri comportamenti.

Le ragioni sono molteplici, ma tra le più diffuse possiamo evidenziare:

  • la tendenza a porsi obiettivi troppo ambiziosi e poco realistici, difficili da perseguire;

  • la scarsa pazienza durante il processo: vogliamo tutto e subito e se ciò non accade, ci sentiamo frustrati, perdiamo la motivazione e rischiamo di arrenderci;

  • la tendenza ad avere in mente esclusivamente il grande obiettivo finale, talvolta dimenticando l’importanza degli step intermedi e del processo di cambiamento. Il focus è tutto sulla meta. Le persone, tuttavia, provano emozioni positive anche al conseguimento di step intermedi e queste possono fungere da rinforzo positivo. In psicologia con questa espressione si fa riferimento a quel meccanismo grazie al quale, associamo un comportamento ad una gratificazione e questo aumenterà la probabilità di mettere in atto nuovamente il comportamento desiderato.

Quali strategie possiamo adottare per rendere i nostri buoni propositi degli obiettivi realmente perseguibili?

1. Stabilire delle priorità. Porsi troppi obiettivi contemporaneamente rende difficile il loro raggiungimento. E’ opportuno chiedersi quali sono i più importanti e concentrarsi su uno o due alla volta (ad esempio, si può voler iniziare a leggere di più, fare palestra, cambiare lavoro, mangiare sano, provare un nuovo hobby e la lista potrebbe continuare. Il risultato è che potremmo sentirci sopraffatti nel modificare tutto insieme, per cui scegliere ad esempio di iscriversi in palestra può essere un primo passo per cambiare con il tempo anche il resto).

2. Evitare di avere aspettative troppo elevate: non pretendere da noi stessi di eliminare di punto in bianco un’abitudine, ma cercare di sostituirla a poco a poco con un’altra più desiderabile (ad esempio, immaginiamo di porci come obiettivo di voler leggere prima di dormire, ma siamo abituati a guardare la TV fino a tarda notte. Invece di pretendere di non accendere più la TV dopo cena, potremmo iniziare a dedicarci alla lettura qualche sera a settimana e le altre continuare a darci la possibilità di guardare un film se lo desideriamo).

3. Scegliere obiettivi realistici per i quali l’impegno da attuare sia sostenibile nel lungo periodo (ad esempio, pensiamo ad una persona che ha una vita frenetica, ricca di impegni, è difficile che possa mantenere l’abitudine di andare in palestra tutti i giorni. Perciò stabilire di andarci due volte alla settimana può essere un buon inizio e un’abitudine in grado di durare nel tempo).

4. Modificare l’ambiente circostante in modo che faciliti il cambiamento di abitudine (ad esempio, se si desidera leggere di più, ma ci si distrae facilmente, potremmo allontanare il telefono e altre possibili distrazioni).

5. Accettare che possano esserci degli ostacoli e che il cambiamento possa essere faticoso. Non colpevolizzarsi per questo e considerare la strada per raggiungere l’obiettivo come un esperimento continuo, per cui ognuno deve trovare il proprio modo (ad esempio, se si desidera cominciare ad andare a correre, si può provare a farlo la mattina perchè nella nostra mente è il momento ideale. Tuttavia, se ci si rende conto che a quell’ora si è troppo stanchi, non si hanno energie e si finisce per saltare la corsa, invece di arrendersi e colpevolizzarsi, si può tentare di modificare l’orario e provare in un altro momento della giornata).

6. Condividere con qualcuno i propri buoni propositi in modo da supportarsi vicendevolmente (ad esempio, decidere di andare in palestra con un amico può aiutare a mantenere l’impegno e a sentirsi meno soli nel portare avanti un cambiamento faticoso).


I buoni propositi sono importanti perché ci danno una direzione, ci incoraggiano a fermarci e riflettere su ciò che vogliamo cambiare di noi e della nostra vita per stare meglio. E’ importante ricordare però che non sono pilastri immutabili e che ciò che ci fa stare bene può cambiare. Per cui è fondamentale darsi la possibilità di rivedere i propri buoni propositi, di modificarli e aggiustarli in modo che siano davvero su misura per noi. Inoltre, settembre, come gennaio, non è l’unico momento in cui è possibile attuare un cambiamento. Ogni giorno è buono per prendersi cura di sé.


​Cristina Costanzi, Elisa Di Gregorio

Centro Studi Famiglia


Fonti:

Austin, J.T. & Vancouver, J.B. (1996). Goal constructs in psychology: Structure, process and content. Psychological Bulletin, 120, 338–375.



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