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Immagine del redattoreCarlo Trionfi

Alleati nella cura: lo strumento dell’alleanza terapeutica

Aggiornamento: 6 giorni fa

Uno strumento imprescindibile e fondamentale nelle relazioni di aiuto è l’alleanza terapeutica. Queste relazioni, proprie di un contesto professionale di cura e di aiuto, si basano su un approccio empatico, non giudicante e collaborativo, con l'obiettivo di promuovere il benessere e la crescita personale di chi viene supportato.

Nello specifico, l'alleanza terapeutica rappresenta il legame che si instaura tra il professionista e la persona che richiede aiuto; nell’ambito della relazione, l'alleanza terapeutica funge da accordo implicito e spesso non verbalizzato, basato sulla fiducia, il rispetto reciproco e la collaborazione, che si sviluppa tra il professionista e il cliente  implica un coinvolgimento emotivo e una condivisione di obiettivi terapeutici.

In particolare, essa viene riconosciuta come il più importante tra i fattori aspecifici di funzionamento nell’ambito della psicoterapia. I fattori aspecifici sono quegli elementi che non sono specifici di una particolare tecnica o approccio terapeutico, ma che contribuiscono in modo significativo all'esito positivo di un trattamento, e tra questi l’alleanza terapeutica è fondamentale.

In particolare, gli elementi chiave di questo strumento, sono la fiducia, il rispetto, e la collaborazione: Il cliente deve sentirsi sicuro di potersi affidare al professionista, condividendo i propri pensieri, emozioni e preoccupazioni senza paura di essere giudicato.  Il professionista dal canto suo deve mostrare rispetto per il cliente e per la sua esperienza, valorizzando le sue risorse e le sue capacità e sospendendo ogni forma di giudizio.

Entrambi i soggetti, perciò, lavorano insieme per raggiungere gli obiettivi terapeutici, condividendo le responsabilità nel raggiungimento degli obiettivi. Questo elemento è molto importante perché sottolinea il pieno e attivo coinvolgimento dell’assistito nel suo processo di cambiamento, non il mero passivo affidamento al professionista.

Professionista e cliente, infatti, concordano fin dall’inizio gli obiettivi da raggiungere: vengono definiti insieme i compiti e le modalità di lavoro, garantendo la chiarezza e la trasparenza del processo.

Si instaura così un clima di fiducia e rispetto reciproco, caratterizzato da empatia, autenticità e apertura al dialogo che assume un carattere trasformativo.

Gli esiti di una buona alleanza terapeutica sono riscontrabili nel raggiungimento di migliori risultati terapeutici e maggiore motivazione del cliente a impegnarsi nel percorso terapeutico e a mettere in atto i cambiamenti necessari.  La relazione di fiducia e rispetto che si instaura con il terapeuta può inoltre contribuire a rafforzare l'autostima del cliente, con un impatto positivo sulla sua qualità della vita, sia a livello personale che relazionale

È importante considerare che la costruzione dell'alleanza terapeutica è un processo graduale che richiede tempo e impegno da parte di entrambi i soggetti, in termini di comprensione, autenticità e nell’utilizzo di una comunicazione efficace e chiara. Attraverso l’alleanza terapeutica: Il professionista crea così un ambiente fisico e relazionale in cui il cliente si sente al sicuro e libero di esprimere sé stesso e di affrontare le proprie fragilità.

Questo strumento terapeutico diviene centrale soprattutto nell’ambito della terapia psicologica, ma potrebbe ampliare il suo campo di applicazione anche in ambito giuridico.

Sebbene dispositivi psicogiuridici come la CTU o gli incarichi di sostegno e controllo al servizio sociale tendano a non tenere conto di questa importante risorsa terapeutica, essa invece diviene centrale nell’ambito della coordinazione genitoriale, che si pone l'obiettivo primario di tutelare il benessere psicologico ed emotivo dei minori coinvolti.

In particolare, la figura del coordinatore genitoriale svolge un ruolo cruciale, facilitando la comunicazione tra genitori separati e promuovendo la collaborazione nell'interesse dei figli e per farlo, necessita di costruire una solida alleanza terapeutica con i genitori, basata sul riconoscimento reciproco delle competenze e dei ruoli. Solo così Il coordinatore e i genitori possono concordare su obiettivi comuni, definendo insieme i compiti e le modalità di lavoro, garantendo così la chiarezza e la trasparenza del processo.

Per costruire un'alleanza efficace, il coordinatore deve dimostrare empatia nei confronti dei genitori, cercando di comprendere le loro emozioni e le loro difficoltà. L'ascolto attivo e la validazione delle loro esperienze sono fondamentali per creare un clima di fiducia. Allo stesso tempo. Il coordinatore deve essere trasparente nelle sue comunicazioni, mostrando le proprie competenze e il proprio impegno, creando un ambiente sicuro in cui i genitori si sentano liberi di esprimere le proprie preoccupazioni.

Un'alleanza solida tra genitori e coordinatore consente numerosi benefici, tra cui una maggior facilitazione della comunicazione, proprio perché I genitori si sentono più disposti a collaborare e a trovare soluzioni condivise, la presa di decisioni solide e concrete, e il miglioramento del benessere psicologico sia per i genitori che per i figli.

In conclusione, l'alleanza terapeutica è un pilastro fondamentale nel campo delle relazioni di aiuto. Essa promuove un ambiente sicuro e supportivo dove gli individui possono esplorare i propri pensieri, sentimenti ed esperienze senza giudizio. Coltivando fiducia, rispetto e collaborazione, l'alleanza responsabilizza gli individui a superare le sfide, sviluppare meccanismi di coping e, in definitiva, condurre vite più soddisfacenti.


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