Riportiamo l'intervista al Dott. Carlo Trionfi e pubblicata sul Corriere della Sera.
«L’eventualità che i figli vengano esposti a materiale inadeguato è ormai piuttosto probabile, partiamo da questo presupposto. Come pure probabile è che lo visionino in solitudine, sullo smartphone. Il che rende l’esperienza ancora più intensa e potenzialmente pericolosa». Carlo Trionfi, psicoterapeuta specializzato in età evolutiva, al centro Minotauro dove lavora inizia a vedere con una certa frequenza adolescenti che si sono trovati esposti a contenuti web assolutamente inadatti alla loro età. In alcuni casi li ricevono sul telefonino, in altri — molto più rari — li vanno a cercare.
I genitori come devono agire?
«Cruciale stringere con i ragazzi un rapporto di fiducia che li spinga a rivolgersi agli adulti, invece che nascondersi. Loro si sentiranno in colpa per avere visto certe scene e per esserne inevitabilmente, umanamente attratti, quando in realtà sono vittime».
Meglio condividere l’accaduto?
«Fondamentale fare emergere il fenomeno nella comunità dei genitori e a scuola, eventualmente anche denunciare all’autorità giudiziaria. Il messaggio agli adolescenti arrivi chiaro: devono accettare protezione, alcuni contenuti sono troppo forti».
La prevenzione passa anche attraverso il controllo?
«La parola chiave è responsabilità. Non controllo. Anni fa rispetto al web noi genitori avevamo la possibilità reale di monitorare l’accesso ai contenuti. Oggi non più. Dobbiamo aiutare i ragazzini ad affrontarli».
Quali limiti è utile dare?
«Web e videogiochi devono restare contesti marginali dove passare il tempo libero. Poi, la violenza, in particolare sul web, va evitata. C’è approssimazione, rispetto ai contenuti: i limiti di età di film e giochi ad esempio vanno rispettati. Il rischio è l’abitudine a immagini troppo forti».
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